Studio tafonomico
II.1 L’AREA 1000 E IL CIMITERO OTTOCENTESCO
(vedi raccoglitore di immagini 1)
II.1.1 Sepolture del “Settore B” dell’Area 1000
Premessa
Si fornisce qui uno studio tafonomico preliminare di ogni singola sepoltura; per la determinazione del sesso ed età di ciascun individuo ci si è basati esclusivamente su osservazioni fatte in sede di scavo.
Per quanto riguarda invece il calcolo della statura, dove è stato possibile, è stata applicata la formula di Trotter e Gleser (Trotter M. e Gleser G.C., 1977) alla lunghezza massima delle principali ossa lunghe. Si rimanda ad uno studio successivo l’analisi approfondita degli aspetti archeologici e lo studio antropologico di ogni scheletro.
Individuo US 1057 (T2) – Posizione dello scheletro e alcune considerazioni tafonomiche
Nella porzione sud-orientale del settore B, è stata rinvenuta una sepoltura individuale in fossa terragna con copertura costituita da pietre di medie dimensioni (US 1055).
L’inumato, in buono stato di conservazione, si presentava in decubito dorsale, orientato ovest-est e in connessione anatomica. Gli arti superiori sono flessi a formare un angolo di 90° e le mani sono incrociate e strette come in preghiera; gli arti inferiori in estensione. Al di sotto dell’avambraccio destro è presente un cranio in riduzione.
Lo studio tafonomico ha permesso di definire tale sepoltura come una sepoltura in spazio pieno: il volume originario del bacino si è mantenuto e i femori non sono ruotati ne’ ha avuto luogo la caduta delle patelle.
A livello del femore destro, è stato rinvenuto un piccolo elemento metallico con tracce di stoffa, verosimilmente una fibbia per fermare la veste.
A seguito di una preliminare osservazione, l’individuo si ritiene di sesso femminile e di età intorno ai 45 anni, con una diffusa osteoporosi presente soprattutto a livello degli arti inferiori, del bacino e della mandibola.
L’altezza è stimata intorno ai 150 cm.
Individuo US 1064 (T7) – Posizione dello scheletro e alcune considerazioni tafonomiche
La sepoltura US 1064 è stata rinvenuta nello stesso spazio di deposizione dell’individuo appena analizzato, ad una quota inferiore. L’orientamento è ancora ovest-est e si può ragionevolmente supporre che in origine l’individuo si trovasse in posizione supina e in spazio pieno. Infatti, i distretti non interessati dal rimaneggiamento post mortem sono in connessione stretta.
Lo stato di conservazione delle ossa è buono.
I rimaneggiamenti subiti dallo scheletro sono ben evidenti anche ad una prima analisi: il coxale sinistro, l’intero arto inferiore sinistro e la tibia destra sono stati spostati dalla loro posizione originaria e posti nella porzione occidentale della sepoltura.
Anche il calvario, in faccia di apparizione superiore, si trova in posizione secondaria. Esso è stato posto all’altezza delle vertebre lombari, mentre la mandibola si trova in posizione primaria.
L’individuo è quindi interessato da un importante fenomeno di riduzione: lo spostamento delle suddette ossa sarebbe avvenuto al momento della deposizione dell’individuo 1057 ed effettuato proprio per fare spazio ad esso.
Anche in questo caso si tratta di una sepoltura di individuo femminile non più giovane: sono presenti formazioni osteofitiche a livello vertebrale, una diffusa artrosi delle falangi delle mani e si è verificata la perdita di quasi tutti i denti mandibolari.
Individuo US 1066 (T3) – Posizione dello scheletro e alcune considerazioni tafonomiche
Nella porzione centrale del settore B, a breve distanza dalle sepolture US 1057 e 1064, è stato individuato un grosso taglio di forma rettangolare (US -1048) con margini piuttosto netti e ben delimitati, che lasciava facilmente intuire la sua funzione sepolcrale.
All’interno si trovava l’inumato, in posizione supina e orientato – questa volta – in direzione est-ovest.
Lo stato di conservazione dello scheletro è mediocre, le ossa sono molto frammentate, mancano le epifisi della maggior parte delle ossa lunghe.
Gli arti superiori si trovavano fortemente flessi e entrambe le mani giunte sulla parte alta del torace e recanti una piccola catena in bronzo.
In questo caso, osservazioni archeologiche e tafonomiche hanno indotto a pensare ad una sepoltura in spazio vuoto, e più precisamente in cassa lignea.
Ciò è stato dedotto sia dall’assenza di strette connessioni anatomiche, sia dalla presenza di chiodi metallici disposti lungo il perimetro della fossa sepolcrale.
Sono stati rinvenuti numerosi oggetti di corredo: oltre alla catena in bronzo, una piccola medaglia in bronzo, un bottone in pasta vitrea di colore nero e infine un paio di orecchini in oro del tipo “a cerchietto” perfettamente conservati, rinvenuti ai lati del cranio.
Anche in questo caso si tratterebbe di un individuo femminile ma occorrono analisi di laboratorio per determinarne il sesso con minore approssimazione.
Nella porzione nord-ovest della fossa erano presenti alcune ossa pertinenti ad un secondo individuo in riduzione (US 1074): un coxale sinistro, un cranio e un omero sinistro.
Individuo US 1060 (T4) – Posizione dello scheletro e alcune considerazioni tafonomiche
L’individuo 1060 è stato rinvenuto nella porzione settentrionale dell’area di scavo; è stato deposto all’interno di una fossa sepolcrale irregolare e di dimensioni ridotte.
Lo scheletro è in connessione anatomica ma è mancante dell’intera parte inferiore,
infatti, una buca di forma circolare (US -1058), praticata in epoca successiva alla deposizione per ragioni che non conosciamo, ha intercettato la fossa provocando l’asportazione degli arti inferiori, fratturandoli a livello delle metafisi femorali.
L’individuo è stato deposto con orientamento ovest-est e in decubito dorsale.
Il cranio si trova in faccia di apparizione
laterale destra, le coste che formano l’emitorace destro sono assenti e sono presenti, anche se molto frammentate, solo le ultime vertebre lombari. L’arto superiore sinistro si trova leggermente flesso, mentre il destro è piegato a formare un angolo di 90°. La mano destra copre il gomito sinistro mentre la sinistra giace all’interno del bacino.
Si è verificata una minima apertura del bacino; i femori sono fuoriusciti dalle cavità acetabolari ma mi pare ragionevole supporli in posizione non primaria, a causa del rimaneggiamento di origine antropica che ha causato l’asportazione degli arti inferiori. Lo stato di conservazione delle ossa è mediocre, da notare la presenza di radici ed elementi litici all’interno del riempimento. Questo sembrerebbe il caso di una decomposizione in spazio vuoto parziale; ammettere la presenza di un abito funerario spiegherebbe la concomitanza di caratteristiche tipiche di una decomposizione in spazio pieno (posizione delle coste, minima apertura del bacino) associate ad altre tipiche di una decomposizione in spazio vuoto (connessioni lasse delle grandi articolazioni degli arti superiori).
Inoltre si riscontra una leggera verticalizzazione delle clavicole e una rotazione mediale degli omeri, entrambi provocati da un fenomeno di compressione a livello delle spalle, verosimilmente provocata dall’abito funerario.
L’inumato era dotato di un corredo funerario di tutto rispetto: una medaglia in bronzo rinvenuta al di sopra della clavicola destra, una spilla in bronzo, alcuni frammenti di stoffa (abito funerario?), infine un rosario con croce in bronzo stretto nella mano destra.
Per quanto riguarda la determinazione di sesso ed età di morte dell’individuo US 1060 occorrerà attendere i risultati di analisi di laboratorio, in quanto il cattivo stato di conservazione dei resti scheletrici non ci permette al momento di formulare ipotesi attendibili.
II.1.2 Sepolture del “Settore A” dell’Area 1000
Nel settore A dell’area di scavo è stata rinvenuta una sola sepoltura, monosoma e databile anch’essa alla prima metà dell’ottocento.
Individuo US 1069 (T1) – Posizione dello scheletro e alcune considerazioni tafonomiche
Lo scheletro 1069 giace in decubito dorsale, in connessione anatomica e con orientamento est-ovest. Il riempimento che copriva l’individuo (US 1068) era costituito per lo più da sedimento limo-sabbioso contenente pietre di medie e grandi dimensioni.
Il cranio si presenta in norma anteriore, leggermente inclinato verso destra, con le ossa facciali e l’osso frontale in frammenti.
Gli arti superiori sono flessi in maniera perfettamente simmetrica e le mani sono strette in preghiera all’altezza delle vertebre toraciche. Il coxale è molto frammentato, tuttavia si osserva la mancata fuoriuscita dei femori dalle cavità acetabolari. Gli arti inferiori sono in estensione ed anch’essi in posizione simmetrica. Le patelle sono in situ e le ossa tarsali e metatarsali in perfetta, stretta connessione.
Lo scheletro si presenta in buono stato di conservazione, tuttavia le ossa, in particolare cranio e bacino, necessiteranno di un importante intervento di restauro per poterne determinare il sesso.
Non vi sono dubbi sul fatto che si tratti di una sepoltura di tipo primario e in spazio pieno, dato il mantenimento di tutte le connessioni anatomiche e la totale mancanza di dislocazioni.
Anche in questo caso sono stati rinvenuti numerosi e interessanti oggetti pertinenti all’inumato: recava tra le mani un rosario con grani in pasta vitrea e una serie di piccole medagliette votive. Inoltre, al di sopra del bacino sono stati messi in luce alcuni elementi metallici ed una medaglietta, insieme ad alcuni resti di tessuto; due bottoni di colore nero in corrispondenza della cassa toracica e infine una medaglietta bronzea insieme ad una piccola croce rinvenuta al di sotto della porzione cervicale delle vertebre.
II.2 LA SEPOLTURA US 1072 (T5): DATI ARCHEOLOGICI, METODOLOGICI E TAFONOMICI
(vedi raccoglitore di immagini 1)
II.2.1 Premessa
Lo studio della sepoltura US 1072 verrà maggiormente approfondito rispetto allo studio – per il momento solo preliminare – delle altre sepolture ottocentesche del cimitero della Pieve di S.Giovanni.
Essa verrà analizzata attraverso uno studio verticale che comprenderà sia gli aspetti archeologici, sia quelli tafonomici, antropologici e paleopatologici, seguendo un filone di studi che ha preso avvio in Francia a partire dagli ultimi due decenni. Questo tipo di studio non si limita solo alle osservazioni antropologiche, ma prende in considerazione, nel tentativo di analizzare globalmente il contesto
funerario, l’apporto conoscitivo derivante dalle analisi tafonomiche proprie dell’antropologia sul campo.
II.2.2 Studio archeologico della sepoltura.
Rinvenuta ad una profondità di circa 1.20 m rispetto al piano di calpestio attuale, ubicata appena a sud della struttura muraria 1005 e disposta parallelamente ad essa, la sepoltura ha restituito lo scheletro di un individuo adulto in connessione anatomica e in buono stato di conservazione.
L’individuo è stato deposto con orientamento ovest-est in una fossa terragna di forma rettangolare molto regolare; il riempimento (US 1071) era costituito da terreno di tipo sabbio-limoso con numerosi inclusi litici di medie dimensioni la cui presenza ha determinato il danneggiamento di alcune ossa.
II.2.3 Metodologia di scavo
Lo scavo stratigrafico, il rilievo e l’asportazione del materiale osteologico dell’individuo US 1072 sono stati effettuati dalla scrivente, in quanto partecipante alla campagna di scavi nell’anno 2004.
Da un punto di vista operativo, sono stati innanzitutto individuati i contorni della fossa; una volta rintracciato il taglio effettuato al momento della deposizione del corpo (US -1073), si è potuto procedere alla messa in luce dello scheletro, procedendo gradualmente a partire dal cranio.
Per fare questo, sono stati utilizzati strumenti funzionali ad un tipo di scavo antropologico, quindi minuzioso: bisturi, specilli per uso dentistico, pennelli etc.
Effettuata la messa in luce dello scheletro, si è proceduto con il rilievo della sepoltura in scala 1:10 dove sono state riportate le quote di profondità rispetto ad un punto ideale di riferimento (livello zero).
II.2.4 Posizione dello scheletro e considerazioni tafonomiche.
L’inumato è stato deposto in decubito dorsale e con orientamento ovest-est, gli arti superiori leggermente flessi e le mani giunte all’altezza del pube a stringere un rosario con crocifisso in bronzo.
Gli arti inferiori, in estensione e paralleli tra loro, si trovavano lievemente obliqui rispetto all’asse longitudinale del corpo, verso la porzione nord-orientale della tomba e i piedi parzialmente appoggiati alla parete terragna della fossa.
La posizione del cranio ritengo non sia quella originaria, sembra piuttosto che abbia subito uno scivolamento di qualche centimetro verso la parte bassa del corpo, scivolamento che avrebbe causato la compressione e conseguente curvatura della porzione cervicale della colonna vertebrale e lo spostamento delle estremità sternali delle clavicole sempre verso il basso. Per la stessa ragione si spiegherebbe la caduta dello sterno ad un livello quasi lombare.
A determinare questo fenomeno di scivolamento sarebbe stata la presenza di una pietra sporgente dalla parete della fossa sepolcrale, ancora visibile e posta in posizione obliqua, alla quale il cranio si sarebbe parzialmente appoggiato. Lo scivolamento si ritiene essere avvenuto al momento della decomposizione di tendini e muscoli della regione cervicale e toracica.
Il volume dello splacnocranio non si è mantenuto e le ossa facciali sono state rinvenute all’interno del cranio, fenomeno determinato dalla pressione del sedimento.
La colonna cervicale è in connessione stretta ma va rilevata la presenza di connessione lassa a livello delle ultime vertebre toraciche, in particolare tra 10° e 11° toracica, dove si nota una vera e propria disgiunzione. Movimenti di questo tipo intervengono quando esiste un’asimmetria nelle forze alle quali è stato sottoposto il rachide, in più è da rilevare il fondo della tomba irregolare e la presenza di pietre soprattutto a livello toracico.
La cassa toracica è leggermente appiattita ma ha comunque mantenuto parzialmente il volume originario.
Le connessioni cinto-scapolari sono perfettamente mantenute e rispecchiano la posizione anatomica dell’individuo in vita.
Gli omeri sono visibili in faccia di apparizione mediale; l’articolazione del gomito destro è mantenuta, mentre a livello del gomito sinistro si rileva una connessione lassa.
Le ossa metacarpali e falangi non presentano connessioni strette: con il disfacimento di pelle e tendini, alcune ossa sono cadute all’interno del bacino mentre altre all’esterno.
Si è verificata solo una minima apertura del bacino, ravvisabile a livello dell’articolazione coxo-sacrale e della sinfisi pubica, in seguito alla decomposizione delle masse glutee; nonostante ciò il bacino ha mantenuto il volume originario, e non ha consentito la fuoriuscita delle teste dei femori dalle cavità acetabolari.
Le ossa dei piedi hanno mantenuto connessione pressochè perfetta; alcune falangi sono in faccia di apparizione inferiore perché cadute all’indietro. La sepoltura è di tipo primario e in spazio pieno; le osservazioni di ordine tafonomico hanno permesso di definire come spazio pieno (sepoltura in piena terra) l’ambiente di decomposizione del corpo, dato il perfetto mantenimento delle articolazioni labili, reso possibile dalla presenza di sedimento che ha progressivamente riempito gli spazi lasciati vuoti dal disfacimento dei tessuti molli del corpo. La presenza di una cassa lignea atta a contenere il cadavere è stata dunque esclusa.
All’interno della sepoltura era presente, in faccia di apparizione posteriore, un femore (US 1071) appartenente ad un individuo adulto di sesso maschile.
II.2.5 Conclusioni
Tabella 1 – Schema riassuntivo delle sepolture di epoca ottocentesca
I livelli cimiteriali postmedievali del cimitero della Pieve di S.Giovanni indagati nella campagna estiva dell’anno 2004 hanno restituito un totale di 6 individui in connessione, due dei quali interessati da importanti fenomeni di riduzione.
La pratica funeraria comune era quella di deporre gli inumati in piena terra (pratica attestata in cinque inumati su sei) con orientamento ovest-est (quattro individui) od est-ovest (due individui).
Tutti i defunti venivano deposti in decubito dorsale, con le mani strette in preghiera oppure a braccia conserte.
I reperti devozionali rinvenuti in fase di scavo sono numerosissimi: in quattro casi su sei sono stati rinvenuti più di un oggetto di corredo per ciascun individuo, diffusi sono i rosari in pasta vitrea con croce bronzea, rinvenuti nelle mani di tre inumati su sei. Anche elementi metallici pertinenti al vestiario sono attestati, insieme a tracce di stoffa, bottoni, spilli e piccole fibbie. Sono attestati pure monili non direttamente collegabili alla sfera religiosa-devozionale, come piccole catene in bronzo e orecchini in oro.
I ritrovamenti ed i risultati delle nuove campagne di scavo saranno determinanti poiché metteranno a disposizione un campione di individui più cospicuo che permetterà di analizzare i ritrovamenti scheletrici anche da un punto di vista demografico e sociale.
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