Interesse scientifico
Nel 1791, per esigenze legate a problemi di spazio all’interno delle Sacrestie delle Cappelle Medicee, vennero svuotate le teche contenenti i corpi dei Medici, esclusi quelle conservati nei sepolcri di marmo; poiché numerose di esse, negli anni successivi, furono violate e depredate, il granduca Leopoldo II decise successivamente di provvedere a dare loro una tumulazione adeguata, procedendo all’identificazione delle salme e alla loro sepoltura definitiva.
La prima esumazione e ricognizione delle ceneri dei Medici ebbe quindi luogo nel 1857, ma i risultati videro la luce solo dopo 30 anni, in un articolo apparso nell’Archivio storico italiano, in cui si proponeva la pubblicazione del Processo Verbale della ricognizione, ricostruita sulla base degli scarni documenti disponibili, prevalentemente manoscritti.
Nel secondo dopoguerra, inoltre, nel momento in cui le deposizioni venivano nuovamente sistemate, dopo che erano state sottoposte a lavori di tutela architettonica, per scongiurare i possibili danni della guerra, venne effettuata una seconda ricognizione, i cui risultati non vennero mai pubblicati integralmente.
Durante queste ricognizioni, le deposizioni furono oggetto di uno studio estremamente parziale, sia per la mancanza di strumentazione adeguata, sia per una certa approssimazione procedurale, tanto da rendere probabilmente necessaria anche l’identificazione di alcune di esse.
Questo è anche uno degli obiettivi che si propone il progetto “Medici”, che acquista, così, una valenza ricca ed articolata: il progetto prevede, infatti, uno studio su più livelli, a partire dall’esame antropologico, paleopatologico e radiologico dei corpi.
Le indagini di laboratorio comprenderanno: antropologia, paleonutrizione (mediante spettroscopia ad assorbimento atomico), spettroscopia infrarossa (per lo studio delle macromolecole organiche), anatomia patologica, istologia, istochimica, immunoistochimica, microscopia elettronica, biologia molecolare (studio del DNA antico residuo) ed identificazione e tipizzazione di agenti patogeni antichi.
Il tentativo di ricostruzione biologica globale sarà effettuato utilizzando le tecnologie biomediche più moderne e mirerà ad ottenere il maggiore numero possibile d’informazioni sull’ambiente, sullo stile di vita e sulle malattie che colpirono questi importanti personaggi del Rinascimento italiano.
Sarà possibile, inoltre, determinare l’incidenza dei diversi quadri morbosi, clinici e sub-clinici, nell’ambito delle classi socialmente elevate della Toscana del Rinascimento e determinarne la Patocenosi.
Organizzazione del progetto
Il progetto di studio impegnerà un gruppo di otto persone (2 paleopatologi, 1 antropologo, 1 archeologo, 1 biologo molecolare, 1 tecnico, 2 storici della medicina); il lavoro in loco è previsto per un periodo di circa un anno, ma comprenderà un lavoro di laboratorio e di ricerca storica della durata di circa due anni. L’intervento sul campo, da effettuarsi con apparecchiature portatili, prevede il rilevamento fotografico e grafico delle deposizioni e l’esame antropologico, radiologico e paleopatologico dei corpi, oltre alla campionatura dei diversi tessuti.
I risultati delle ricerche saranno resi pubblici tramite conferenze e mostre da organizzarsi in collaborazione con la Soprintendenza Speciale al Polo Museale Fiorentino.
È prevista la pubblicazione di un volume che comprenda sia la parte culturale e storico-archeologica, sia la parte antropologica e paleopatologica.
Organizzazione del progetto
Capo Progetto:
Prof. Gino Fornaciari, Università di Pisa
Coordinamento Generale:
Prof. Cristina Acidini, Soprintendente al Polo Museale Fiorentino
Studio paleopatologico:
Prof. Gino Fornaciari, Università di Pisa
Studio storico:
Prof. Donatella Lippi, Università di Firenze
Studio storico-artistico:
Dott. Monica Bietti, Direttore del Museo delle Cappelle Medicee
Supporto logistico-organizzativo:
Geom. Fabio Fallai e Ufficio Tecnico Polo Biomedico Università di Firenze
Coordinamento degli Studi di Laboratorio:
Prof. Generoso Bevilacqua, Università di Pisa
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