Rassegna Stampa
RASSEGNA STAMPA 2012 | |||
Tirreno Lucca 1 | Tirreno Lucca 2 | Giornale di Lucca | Nazione di Lucca |
RASSEGNA STAMPA CARTACEA | |||
Tirreno Pisa | Tirreno Lucca | Nazione Lucca | Nuovo Corriere di Lucca |
InToscana.it | PisaNotizie.it | IlTirrenoLucca.it |
RASSEGNA STAMPA ONLINE 2012 |
UNIPI.IT (03/08/2012)
Conclusa la seconda Campagna di scavi archeologici a Badia Pozzeveri(15 giugno-4 agosto 2012)
Si sta concludendo in questi giorni a Badia Pozzeveri (Altopascio) la seconda campagna di scavi archeologici, i cui risultati preliminari sono stati resi noti giovedì mattina in una conferenza stampa tenuta dal direttore scientifico Prof. Gino Fornaciari e dalla Prof. Alessandra Guidi, prorettore all’internazionalizzazione dell’università di Pisa.
Dopo aver visto la partecipazione a giugno di quattordici studenti del Master di Primo Livello in Bioarcheologia, Paleopatologia e Antropologia Forense, organizzato dalle università di Pisa, Milano e Bologna, il sito dell’antica Abbazia di San Pietro di Pozzeveri è diventato una Field School archeologica organizzata dell’Università di Pisa e dalla Ohio State University (USA).
La Field School punta a creare un’esperienza formativa unica e innovativa, che investe sulla collaborazione internazionale tra le due prestigiose università . Infatti, recentemente è stato siglato un accordo della durata di 5 anni che prevede, oltre all’organizzazione annuale della scuola estiva ed allo studio bioarcheologico dei resti umani che stanno emergendo dagli scavi, lo scambio di ricercatori, dottorandi e studenti fra i due atenei.
Sono 26 gli studenti americani (laureandi, laureati e dottorandi) iscritti al secondo anno del campus, provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada. Durante il loro soggiorno in Italia sono stati seguiti da una equipe di archeologi ed antropologi, italiani e stranieri, supervisionati dal professor Gino Fornaciari (Università di Pisa) e dal professor Clark Spencer Larsen (Ohio State University).
Attraverso il lavoro sul campo e grazie all’allestimento di laboratori dedicati gli studenti sono stati introdotti  a diverse discipline archeoantropologiche, quali la bioarcheologia, l’archeologia stratigrafica e la paleopatologia. Una collaborazione col Dipartimento di Scienze della Terra (dott. Adriano Ribolini, dott.ssa Monica Bini) ha permesso di affrontare la lettura, con metodi non invasivi (georadar), del deposito archeologico.
Si tratta di un esperimento unico nel suo genere sotto molti punti di vista, in quanto gli strumenti tradizionali dell’archeologia italiana, dalle schede di unità stratigrafica, alle schede di unità scheletrica, sono stati modificati traducendo in lingua inglese i termini in uso nel nostro paese.
All’attività sul campo, distribuita in quattro aree di scavo di circa 70 m2 ciascuna, sono stati affiancati tre laboratori distinti a cui hanno preso parte tutti gli studenti: un laboratorio antropologico, comprendente lavaggio, restauro e studio antropologico dei resti scheletrici umani; un laboratorio informatico e di rilievo che ha previsto l’uso di stazione totale, fotoraddrizzamento e l’implementazione del Gis di scavo con i dati emersi dall’indagine; un laboratorio sulla cultura materiale, comprendente restauro, quantificazione e analisi dei reperti ceramici e metallici.
Lo scavo vero e proprio è stato affrontato in quattro grandi aree: l’area 1000 a contatto con l’abside medievale della chiesa abbaziale; l’area 2000 lungo il fianco sud; l’area 3000 a contatto con la facciata e la 4000, lievemente discosta dal complesso architettonico, a nord della chiesa. Â
I risultati sono stati notevoli sotto tutti i punti di vista. Le aree 1000, 2000 e 3000 hanno portato alla scoperta di svariate fasi sepolcrali comprese tra l’XI e il XIX secolo.
Le tombe più antiche sono emerse nell’area a contatto con l’abside e con il transetto nord. Si tratta di inumazioni singole in piena terra contenenti, oltre ai resti del defunto, alcuni ciottoli di arenaria a delimitazione delle fosse (fosse complesse), databili verosimilmente in epoca anteriore a quella dell’edificio romanico.
Lungo il fianco nord sono state scavate oltre quaranta inumazioni appartenenti alla fase cimiteriale più recente, datata tra la seconda metà del XVIII e la prima metà del XIX secolo, con numerosi elementi di corredo quali rosari, medaglie devozionali ed elementi di vestiario (fibbie e bottoni). Nella porzione est dell’area, vicino al campanile, è stato individuato il cimitero destinato ai bambini, noto in Toscana come “paradisinoâ€, che ha restituito diverse inumazioni infantili ben conservate di fine ‘700. Al di sotto della tombe infantili stanno emergendo dei tagli allungati, riempiti da abbondanti strati di calce, che preannunciano la presenza di sepolture “da catastrofe†dovute ad episodi di morte collettiva.
L’area di fronte alla facciata ha permesso di portare alla luce un tratto della chiesa medievale che, rispetto all’attuale, aveva uno sviluppo in lunghezza di altri 10 metri. A ridosso dell’antico muro perimetrale, le cui fondazioni mostrano una larghezza di ben 1,2 metri, è stata individuata e scavata una tomba a cassa litica che conteneva almeno 10 individui. Si tratta di una tomba di famiglia risalente al XII-XIII secolo, probabilmente destinato ad i membri di una famiglia di ricchi laici, benemeriti nei confronti dell’abbazia di San Pietro, che avevano deciso di edificare qui il proprio sepolcro. Oltre a fasi cimiteriali di XVI e XVII secolo, l’area ha prodotto una scoperta rara e inaspettata: una fossa per la gettata delle campane risalente alla fine del XVIII secolo, in cui sono ancora ben visibili le impronte degli stampi per la fusione del bronzo.Â
Infine, l’area 4000 ha permesso di individuare i resti di un loggiato del XIII secolo che si impostava a ridosso del chiostro dell’abbazia e che è stato abbandonato nella seconda metà del XV secolo. Tra i numerosi reperti recuperati, in cui abbondano le ceramiche del XIV-XV secolo, anche una base di colonna in marmo di Santa Maria del Giudice che faceva probabilmente parte del colonnato del chiostro del monastero.
Attraverso la redazione di un diario giornaliero italiano/inglese sul sito www.paleopatologia.it è stato possibile promuovere la conoscenza archeologica del sito, ed informare giorno dopo giorno gli interessati delle scoperte effettuate.
Numerosi visitatori hanno poi potuto assistere direttamente agli scavi in corso, dal momento che è stato allestito in loco un percorso di visita attrezzato. L’abbazia di Pozzeveri si trova infatti sul tracciato principale della Via Francigena, l’arteria medievale che collegava il nord Europa a Roma, riscoperta negli ultimi anni da un numero sempre crescente di camminatori e pellegrini. Grazie agli scavi, i numerosi “pellegrini†del XXI secolo hanno potuto assistere alla messa in luce di alcune porzioni dell’antico cenobio, che tra giugno e luglio è tornato a costituire un’attrattiva per la comunità dei viandanti.
Il progetto è stato reso possibile dalla generosa assistenza del Comune di Altopascio che ha visto in prima linea il sindaco Maurizio Marchetti, l’assessore alla Cultura Paolo Fantozzi ed i membri dell’Ufficio Cultura e dell’Ufficio tecnico comunale. Il Comitato Badia Pozzeveri ha sapientemente organizzato il vitto per le quasi 40 persone partecipanti agli scavi. Infine un ringraziamento particolare va alla Soprintendenza Archeologica per la Toscana, per avere promosso il progetto di scavo, ed alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, per aver sostenuto finanziariamente l’iniziativa.
La Repubblica (03/08/2012)
Altopascio, scoperto un cimitero del 1700 per bambini
Gli studenti Indiana Jones scoprono il “paradisino”, un cimitero del 1700 per bambini e una fossa per la gettata delle campane che risale alla fine del XVIII secolo. Sono questi i risultati della seconda campagna di scavi archeologici in fase di conclusione a Badia Pozzeveri, nel comune di Altopascio (Lucca), organizzata dall’Università di Pisa e dalla Ohio State University (Usa) sul sito dell’antica Abbazia di San Pietro di Pozzeveri.
Gli scavi, condotti da 26 ragazzi americani e canadesi (laureandi, laureati e dottorandi), sono stati seguiti da un’equipe di archeologi e antropologi, italiani e stranieri, supervisionati da Gino Fornaciari (Università di Pisa) e Clark Spencer Larsen (Ohio State University). Le tombe più antiche, risalenti all’XI secolo, sono tornate alla luce nell’area a contatto con l’abside e il transetto nord, mentre il cimitero dei bambini è stato individuato vicino al campanile. Al di sotto delle tombe infantili stanno emergendo dei tagli allungati, riempiti da abbondanti strati di calce, che preannunciano la presenza di sepolture ‘da catastrofe’ dovute a episodi di morte collettiva. Nell’area di fronte alla facciata è stata inoltre scavata una tomba di famiglia risalente al XII-XIII secolo.
Lo Schermo (05/08/2012)
Terminati gli scavi all’Abbazia di Badia Pozzeveri: trovate tombe e i resti di un loggiato del XIII secolo
Si concluderà sabato 4 agosto la seconda campagna di scavi archeologici che si è svolta nel sito dell’antica Abbazia di San Pietro a Badia Pozzeveri, frazione di Altopascio.
Per oltre un mese e mezzo, 40 studenti (14 italiani e 26 provenienti da Stati Uniti e Canada) – con la supervisione del professor Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e del professor Clark Spencer Larsen dell’Ohio State University – hanno effettuato scavi su quattro grandi aree per un totale di circa 280 metri quadrati.
Questa intensa attività sul campo ha portato alla scoperta di svariate fasi sepolcrali databili tra l’XI e il XIX secolo. Nell’area a contatto con l’abside medievale dell’abbazia, sono emerse le tombe più antiche; inumazioni singole, contenenti, oltre ai resti del defunto, alcuni ciottoli di arenaria a delimitazione delle fosse, risalenti addirittura ad un’epoca anteriore a quella dell’edificio romanico.
Inoltre, vicino al campanile, è stato individuato il cimitero destinato ai bambini e risalente al ‘700, noto in Toscana come “paradisinoâ€.
Oltre ai sepolcri, le aree analizzate si sono rivelate ricche di scoperte interessanti e talvolta inaspettate, come ad esempio una fossa per la gettata delle campane con ancora le imponte degli stampi per la fusione del bronzo. Ed ancora, i resti di un loggiato del XIII secolo posto a ridosso dell’abbazia ed abbandonato nella seconda metà del XV secolo.
“Un’attività che – come ha sottolineato il professor Gino Fornaciari – merita senz’altro di proseguire perché, proprio sotto i nostri piedi (ovvero intorno all’abbazia), giace una ricchezza ancora tutta da scoprire che potrebbe svelarci molto di più sul nostro passato.â€
Molti visitatori ed appassionati, hanno potuto assistere in diretta agli scavi in scorso, grazie all’allestimento in loco di un percorso di visita attrezzato. L’abbazia, com’è noto, sorge proprio lungo un importante tratto della Via Francigena, e molti sono i pellegrini che vi passano davanti quotidianamente quando da Lucca, si muovono in direzione di Altopascio.
“Anche per questo – sottolinea il sindaco Maurizio Marchetti – siamo particolarmente soddisfatti dei risultati ottenuti. Un’area di tale rilevanza storico-artistica, aveva proprio bisogno di essere valorizzata ed arricchita da tali ricercheâ€.
Prezioso è stato l’impegno del Comune e del Comitato di Badia Pozzeveri per garantire vitto e alloggio alle circa 40 persone partecipanti così come il sostegno economico all’iniziativa, reso possibile grazie alla Fondazione Cassa di risparmio di Lucca.
Tutto il materiale recuperato, attraverso questo progetto che certamente si ripeterà in futuro, sarà musealizzato e diventerà un importante patrimonio storico-culturale per il Comune di Altopascio.
Stamptoscana (03/08/2012)
Scoperto ad Altopascio antico cimitero infantile del 1700
Al di sotto delle tombe infantili, alcune dell’XI secolo, segnali di probabili sepolture da catastrofe, ovvero dovute a episodi di morte collettiva. Gli scavi si stanno concludendo in questi giorni, ma è ancora possibile assistere dal vivo. Tutto è raccontato in un diario quotidiano sul sito web paleopatologia.it.
Un cimitero per bambini del 1700, noto in Toscana come paradisino, e una fossa per la gettata delle campane risalente alla fine del XVIII secolo, in cui sono ancora ben visibili le impronte degli stampi per la fusione del bronzom sono stati rinvenuti durante la seconda campagna di scavi archeologici a Badia Pozzeveri, nel comune di Altopascio. Organizzati dall’Università di Pisa e dalla Ohio State University (Usa) sul sito dell’antica Abbazia di San Pietro di Pozzeveri, gli scavi – condotti da 26 studenti americani e canadesi, laureandi, laureati e dottorandi – sono stati seguiti da un’equipe di archeologi e antropologi, italiani e stranieri, supervisionati da Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e da Clark Spencer Larsen dell’Ohio State University e distribuiti su quattro diverse aree di circa 70 metri quadrati ciascuna.
Le tombe più antiche, risalenti all’XI secolo, sono emerse nell’area a contatto con l’abside e il transetto nord, mentre il cimitero dei bambini è stato individuato vicino al campanile e ha restituito diverse inumazioni infantili ben conservate di fine ‘700.
Al di sotto delle tombe infantili stanno emergendo dei tagli allungati, riempiti da abbondanti strati di calce, che preannunciano la presenza di sepolture da catastrofe, ovvero dovute a episodi di morte collettiva.
Nell’area di fronte alla facciata è stata inoltre rinvenuta una tomba di famiglia risalente al XII-XIII secolo, probabilmente destinato ai membri di una famiglia di ricchi laici, benemeriti nei confronti dell’Abbazia di San Pietro.
Infine, l’area di scavo a nord della chiesa ha permesso di individuare i resti di un loggiato del XIII secolo che si impostava a ridosso del chiostro dell’abbazia e che è stato abbandonato nella seconda metà del XV secolo.
L’Abbazia di Pozzeveri si trova sul tracciato principale della via Francigena, l’arteria medievale che collegava il nord Europa a Roma, riscoperta negli ultimi anni da un numero sempre crescente di camminatori e pellegrini.
Il progetto di scavo, reso possibile grazie alla collaborazione del Comune di Altopascio, è stato promosso dalla Soprintendenza Archeologica per la Toscana e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Tutto il lavoro svolto è stato raccontato attraverso la redazione di un diario giornaliero in italiano ed inglese disponibile on line sul sito www.paleopatologia.it .
Numerosi visitatori hanno poi potuto assistere direttamente agli scavi in corso, dal momento che è stato allestito in loco un percorso di visita attrezzato.
La Gazzetta di Lucca (03/08/2012)
Alla luce scoperte interessanti per ridefinire e conoscere il profilo storico di Badia
Terminerà domani la campagna di scavi all’Abbazia di Badia Pozzeveri, che ha visto alternarsi sul sito archeologico i ragazzi del master in bio – archeologia dell’Università di Pisa e gli studenti americani dell’Ohio State University. Due tranche di lavori, dall’otto al 23 giugno e dall’otto luglio al quattro agosto, che hanno portato alla luce scoperte interessanti per ridefinire e conoscere il profilo storico di Badia e del suo monumento. “Quest’anno l’area di scavi è stata ampliata fino a raggiungere una superficie di 270 metri quadrati – spiega il professor Gino Fornaciari dell’università di Pisa -. Inoltre sono state avviate nuove aree di scavo, come quella di fronte all’abbazia, e approfondita quella sul lato sinistroâ€.
In particolare, la zona di fronte l’ingresso mostra ancora i basamenti dei muri della navata centrale, più lunga di una decina di metri dell’attuale. Mura imponenti che comprovano l’importanza che questo monumento, ormai diroccato, ha avuto nella storia. Inoltre, successivamente al crollo della parte più avanzata della navata centrale questa zona fu usata come cimitero: sono proprio lì state rinvenute tombe incassate nel terreno che raccoglievano i corpi di diversi individui, probabilmente una famiglia importante.
Sul lato sinistro della chiesa è stata ampliata e approfondita l’esplorazione della zona nella quale si sarebbe trovato il chiostro. “Pensiamo che in questa zone vi potesse essere il chiostro, anche basandoci su modelli di altre abbazie cistercensi del periodo del mille – afferma Fornaciari e continua -. La struttura doveva avere un alto livello architettonico come dimostra il ritrovamento di un capitello finemente decorato, probabilmente appartenente alle colonne del porticatoâ€. Interessante anche ilo ritrovamento di una moneta: coniata dal Duca Malaspina di Massa all’inizio del ‘500, questo reperto probabilmente testimonia la data di abbandono della struttura.
“Il ritrovamento sicuramente più rilevante ha avuto luogo nella zona dietro l’abside. Qui è stata ritrovata una tomba risalente ad un periodo antecedente l’anno 1000, il medesimo della fondazione dell’abbazia†esclama Fornaciari. La scoperta avvia una lunga serie di interrogativi tutti da verificare, ma sicuramente costituisce un tassello importante per ricostruire la nascita di questo edificio e dell’istituzione che rappresentava: se fosse confermata la risalenza della tomba al periodo tardo antico, essa potrebbe costituire uno dei primi nuclei da cui tutto ha avuto inizio.
Per il resto è continuata l’esplorazione della zona alla destra dell’abbazia contenete le sepolture sette – ottocentesche, anche se in alcuni punti è già possibile intravedere quelle di età medievale. “In prospettiva sarà interessante analizzare le sepolture medievali: quelle per ora appena emerse, sono fosse comuni, databili prima del 1400 e caratterizzate dalla presenza di uno spesso strato di calce, elemento utilizzato all’epoca per la disinfezione dei corpi colpiti da epidemie infettive†afferma Fornaciari. La field school Badia Pozzeveri riprenderà il prossimo anno.
Il sindaco Marchetti afferma: “Credo che quello che sta avvenendo qui a Badia Pozzeveri è solo l’inizio di un processo, magari lento, che porterà ad una completa valorizzazione del sitoâ€; piena soddisfazione espressa anche dal presidente del comitato paesano di Badia Pozzeveri Stefano Belluomini.
GoNews (03/08/2012)
Scoperto un cimitero infantile del 1700 all’antica Abbazia di San Pietro di Pozzeveri
Durante la seconda campagna di scavi archeologici, promossa dall’Università di Pisa e la Ohio State University torna alla luce anche una gettata delle campane del 18esimo secolo.
 Si sta concludendo in questi giorni a Badia Pozzeveri, nel comune di Altopascio la seconda campagna di scavi della Field School archeologica organizzata dall’Università di Pisa e dalla Ohio State University (USA) sul sito dell’antica Abbazia di San Pietro di Pozzeveri.
I risultati preliminari degli scavi sono stati resi noti in una conferenza stampa tenuta dal direttore scientifico Gino Fornaciari e da Alessandra Guidi, prorettore all’internazionalizzazione dell’Università di Pisa. Le fasi di scavo hanno portato alla luce svariate fasi sepolcrali comprese tra l’XI e il XIX secolo, tra cui un cimitero del ‘700 destinato ai bambini, noto in Toscana come “paradisino”, e hanno portato a una scoperta rara e inaspettata: una fossa per la gettata delle campane risalente alla fine del XVIII secolo, in cui sono ancora ben visibili le impronte degli stampi per la fusione del bronzo. Dopo gli scavi condotti a giugno da quattordici studenti del master di primo livello in Bioarcheologia, Paleopatologia e Antropologia Forense, organizzato dalle università di Pisa, Milano e Bologna, sono 26 gli studenti americani (laureandi, laureati e dottorandi) provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada che hanno partecipato alla Field School di luglio.
Durante il loro soggiorno in Italia sono stati seguiti da un’equipe di archeologi e antropologi, italiani e stranieri, supervisionati dal professor Gino Fornaciari (Università di Pisa) e dal professor Clark Spencer Larsen (Ohio State University). All’attività sul campo, distribuita in quattro aree di scavo di circa 70 mq ciascuna, sono stati affiancati tre laboratori distinti a cui hanno preso parte tutti gli studenti. Una collaborazione col dipartimento di Scienze della Terra (Adriano Ribolini e Monica Bini) ha permesso di affrontare la lettura, con metodi non invasivi (georadar), del deposito archeologico. Le tombe più antiche sono emerse nell’area a contatto con l’abside e con il transetto nord. È stato nella porzione est dell’area, vicino al campanile, che è stato individuato il cimitero destinato ai bambini, che ha restituito diverse inumazioni infantili ben conservate di fine ‘700. Al di sotto delle tombe infantili stanno emergendo dei tagli allungati, riempiti da abbondanti strati di calce, che preannunciano la presenza di sepolture “da catastrofe” dovute ad episodi di morte collettiva. Nell’area di fronte alla facciata è stata inoltre scavata una tomba di famiglia risalente al XII-XIII secolo, probabilmente destinato a i membri di una famiglia di ricchi laici, benemeriti nei confronti dell’Abbazia di San Pietro. Infine, l’area di scavo a nord della chiesa ha permesso di individuare i resti di un loggiato del XIII secolo che si impostava a ridosso del chiostro dell’abbazia e che è stato abbandonato nella seconda metà del XV secolo.
Attraverso la redazione di un diario giornaliero italiano/inglese sul sito www.paleopatologia.it è stato possibile promuovere la conoscenza archeologica del sito, e informare giorno dopo giorno gli interessati delle scoperte effettuate. Numerosi visitatori hanno poi potuto assistere direttamente agli scavi in corso, dal momento che è stato allestito in loco un percorso di visita attrezzato. L’abbazia di Pozzeveri si trova infatti sul tracciato principale della via Francigena, l’arteria medievale che collegava il nord Europa a Roma, riscoperta negli ultimi anni da un numero sempre crescente di camminatori e pellegrini. Il progetto di scavo, reso possibile grazie alla collaborazione del Comune di Altopascio, è stato promosso dalla Soprintendenza Archeologica per la Toscana e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Â
PisaInforma (04/08/2012)
Gli studenti-archeologi riportano alla luce i resti del passato
PoliomIelite, artrosi, artrite e un’elevata incidenza di patologie dentarie tra quelle scoperte dall’ateneo pisano nella prima fase di studi
Poliomielite, artrosi, artrite e un’elevata incidenza di patologie dentarie. Sono le malattie riscontrate su alcuni dei primi scheletri riportati alla luce nell’ambito della campagna di scavi sul sito dell’antica Abbazia di San Pietro di Pozzeveri ad Altopascio (Lucca) e condotta dall’istituto di Paleopatologia dell’Università di Pisa. L’indagine ha portato anche alla scoperta di tre diverse fasi cimiteriali, da quella del XVIII-XIX secolo, relativa al cimitero parrocchiale della tarda età moderna della comunità di Badia Pozzeveri, a quella postmedievale di XVI-XVII secolo, fino alle fasi funerarie basso medievali (XIII-XIV secolo).
Il lavoro degli archeologi ha portato alla luce circa quaranta individui completi e articolati, e molti non in connessione. Le prime inumazioni che sono state studiate, comprendenti individui deposti molto sbrigativamente, tra cui un cadavere sepolto con la faccia rivolta verso il suolo, spiega una nota dell’ateneo, “potrebbero essere identificate, sulla base anche di riscontri documentari delle fonti scritte, con la fase cimiteriale del colera del 1855, le fasi immediatamente anteriori mostrano invece un ordine maggiore nella disposizione degli inumati, allineati su file parallele”. La campagna, alla quale ha partecipato anche il dipartimento di Antropologia dell’Ohio State University, ha come obiettivo l’indagine archeologica estensiva dell’antica abbazia e in particolare lo studio e l’analisi dei resti umani sepolti nelle aree cimiteriali del monastero. Il campione bioarcheologico recuperato permetterà di ricostruire malattie, stile di vita e caratteristiche bioarcheologiche della popolazione locale dal medioevo fino al XIX secolo.
RASSEGNA STAMPA ONLINE 2011 |
La Repubblica (05/04/2011)
Migliaia di fiorentini sepolti
vicino a una badia ad Altopascio
Sono i cadaveri dei soldati dell’esercito guelfo sconfitto nel 1325 nella battaglia. I resti vicino alla badia di Pozzeveri sulla via Francigena che finalmente verrà fatta oggetto di uno studio archeologico
Archeologi italiani dell’Università di Pisa e antropologi americani dell’Ohio State University lavoreranno insieme, la prossima estate, per svelare i segreti di una antica abbazia medievale di