MASSIMO MASETTI(1), MARIANO MENCONI1, SIMONE GABRIELLI1,
GINO FORNACIARI(2)
(1)Dipartimento di Etologia, Ecologia ed Evoluzione; (2)Dipartimento di Oncologia, dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina, Divisione di Paleopatologia – Università di Pisa.
La paleoparassitologia, ovvero lo studio dei sistemi ospite-parassita-ambiente nei tempi antichi, sta assumendo crescente importanza nella ricostruzione del passato, contribuendo alla crescita di un dialogo sempre più stretto tra le scienze umane e le scienze della vita. Resti di parassiti di varie età sono stati infatti ritrovati in coproliti, in siti archeologici e paleontologici, e associati a corpi mummificati.
In questo studio vengono descritti gli insetti reperiti al momento della riesumazione del corpo del Cardinale Giulio della Rovere nella chiesa di S. Chiara a Urbino (XVI secolo).
I resti scheletrici sono apparsi in buono stato di conservazione e un riempimento di calce e di foglie (tra cui alloro, salvia e rosmarino) nel torace e nell’addome indicava un tentativo di imbalsamazione, pratica molto diffusa presso le classi gentilizie di epoca rinascimentale.
I reperti animali associati ai resti umani consistevano essenzialmente in insetti, in stato di conservazione straordinariamente buono, la cui osservazione, al microscopio elettronico a scansione, ha permesso un accurato studio morfologico.
La maggior parte dei reperti è risultata ascrivibile a pupari vuoti di ditteri, tutti caratterizzati dalla stessa morfologia. Molti erano cementati insieme a gruppi di sei o sette, altri erano oggetti singoli, ovoidali, delle dimensioni medie di 6.0 x 1.5 mm. La loro appartenenza al genere Ophyra è stata stabilita con sicurezza sulla base di: 1) presenza e morfologia dei corni respiratori; 2) morfologia degli spiracoli respiratori posteriori; 3) morfologia dell’apparato cefalo-faringeo associato al cappuccio. Erano anche presenti parti di adulto, come capo, torace, femore-trocantere, tibia. Coleotteri dermestidi erano rappresentati da qualche adulto, da poche larve intere e da loro frammenti. Urotergiti di crisalide di un lepidottero (verosimilmente Cydia sp.) indicavano la presenza anche di questo ordine.
Sulla base dei ritrovamenti descritti e delle moderne conoscenze sulla successione dell’entomofauna cadaverica, è possibile oggi, ad oltre quattro secoli di distanza, contribuire alla comprensione di eventi del passato quali, ad esempio, la stagione della sepoltura, il tempo trascorso tra la morte e l’inumazione del cadavere e l’ambiente in cui è stata esposta la salma. I risultati ottenuti possono contribuire alla creazione di un modello per futuri studi paleotafonomici.
English Translation.
Taphonomic entomofauna associated with Cardinal Giulio della Rovere, Archbishop of Ravenna (1533-1578).
Paleoparasitology studies host-parasite-environment systems in ancient ages, and is assuming growing importance in past reconstruction. Parasite remains have been found in coprolites, in archaeological and paleontological sites, and associated with mummified bodies (Combes C, 2003, Mem. Inst. Oswaldo Cruz, 98: 1-2).
In this study insects are described after their finding at the time of body resumation of Cardinal Giulio della Rovere, buried in the church of S. Chiara (Urbino, Italy, 16th century). Skeleton appeared in good state of conservation and a filling with lime and leaves in thorax and abdomen was indicative of an attempt of embalming, method widespread along nobility in rinascimental age. Remains associated muscle relaxers with no prescription have been identified as part of insects and their excellent state of conservation allowed an accurate morphological study by scanning electron microscope.
Most of them were empty puparia of Diptera in clusters (six to eight) or as single objects 6.0 x 1.5 mm. Since anterior rupture, due to adult emergence, was circular, they belong to Diptera Cyclorrhapha. A number of characters helped to better identify these specimens. The overall structure of puparia is ovoidal. Two big respiratory horns, with several holes and a trabecolar structure, are present in protoracic position. Each of the two posterior spiracles has three narrow slits and four tracheal ramifications. In cases where the cephalopharyngeal skeleton is still present, the dorsal process is long and narrow and the ventral process is not fenestrated. Altogether, these morphological features allowed us to identify these specimens as Ophyra sp. Toghether with puparia, adult fly remains have been found, such as female and male heads, thoraxes, femurs, and tibiae. The morphology of thoracic presutural setae and the curved male hind tibiae are indicative of Ophyra leucostoma species.
Some adults and few complete larvae and their fragments, all belonging to Dermestidae, have been found.
Lepidoptera are also present with the posterior part of a Cydia splendana (Tortricidae) chrysalid. Larvae grow on Quercus and Castanea and don’t belong to the cadaveric fauna, so their finding is due to presence of oak leaves found in the torax of the body.
Since the entomofaunal succession on buried human cadavers is known (Smith KGV,1986, A Manual of Forensic Entomology, British Museum, London,UK), the insects here described allow us to acquire, four century later, informations about happenings in the past. For instance, summer can be estabilished as season in which the Cardinal died. Infact, Ophyra flies during summer and colonizes cadavers in ammoniacal fermentation state that in buried corpses happens one year after death. This is supported also by the life cycle of C. splendana. The results here presented can contribute to create models for future paleotaphonomic studies.
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M. Masetti 1, S. Gabrielli 1, M. Menconi 1, G. Fornaciari 2
1Dipartimento di Biologia, 2Dipartimento di Oncologia e dei Trapianti, Sezione di Storia della Medicina e Paleopatologia, Università di Pisa, Pisa, Italy