Laura Giusti, Agata Lunardini, Angelica Vitiello, Antonio Fornaciari, Marcello Gambini e Gino Fornaciari
Divisione di Paleopatologia
Dipartimento di Oncologia, dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina
Università di Pisa

Diagnosi di sesso
L’analisi antropologica conferma l’appartenenza dell’individuo al sesso femminile in base alle caratteristiche morfologiche del cranio (glabella poco marcata, processo stiloideo piccolo, processo zigomatico del temporale gracile e basso, osso zigomatico basso e liscio, mento piccolo). Anche la morfologia del bacino, che si presenta ampio con apertura ovalare, è caratteristica del sesso femminile. Non è stato tuttavia possibile rilevare gli indici e tutti quei caratteri morfologici che sono indicativi del sesso, perché il bacino è mummificato.


Stima dell’età di morte
In base ai documenti storici, la beata è morta a 79 anni. Dallo studio antropologico si evidenzia una situazione dentaria che indica un’età molto avanzata: la perdita intra vitam di 10 denti mascellari e di 7 mandibolari; l’usura e la parodontosi molto avanzata dei pochi denti presenti. A livello delle suture craniche si osserva un marcato grado di chiusura delle suture nella maggior parte dei tratti, ma non una completa obliterazione, come ci si attenderebbe in una persona di età così avanzata. Bisogna tuttavia tenere presente che la stima dell’età, sulla base dello stato di riassorbimento delle suture, non è affidabile per la grande variabilità individuale.

Studio antropologico
Per i valori cranici assoluti e per gli indici cranici ci si attiene alle stime di Hug (1940), per i caratteri morfologici a vari autori che vengono citati di volta in volta.In norma superiore il superiore, il cranio presenta un contorno ovoide, ha un indice cranio-facciale di criptozighia (i. 90.47), è mediamente sviluppato in lunghezza (mm 173) e stretto (mm 126) con un indice di dolicocrania (i. 72.83), la fronte è stretta nel suo diametro minimo (mm 89), con un indice fronto-parietale di eurimetopia (i. 70.63).
In norma laterale, l’andamento del profilo basale laterale della mandibola è del tipo IV di Keiter, i forami mentonieri si aprono sotto i secondi premolari, presenta una normo occlusione (classe I di Angle), lo sviluppo della spina nasale è della forma 2 di Broca e il dorso nasale è della forma III di Virchow. La volta cranica è curva, l’occipite è cuneato, l’inion è poco sviluppato (1 di Broca), il valore di altezza al porion indica cranio basso (mm 105.56), mentre il valore al basion indica cranio mediamente alto (mm 124), con un indice auricolo-verticale di ortocrania (i. 61.01) e vertico-longitudinale di camecrania (i. 71.67), l’indice di Flower indica ortognazia (i. 84.18). E’ presente, a destra, un ossicino all’asterion che è considerato un carattere discontinuo.
In norma posteriore la forma del contorno cranico è a casa, il valore dell’indice auricolo-vertico-trasversale è di metocrania (i. 83.77), mentre l’indice vertico trasversale indica acrocrania (i. 98.41).
La capacità cranica, calcolata con la formula interraziale di Pearson è di cc 1159 al porion e di cc 1233 al basion, valori che indicano entrambi euencefalia.
In norma inferiore la forma dell’arcata alveolare è paraboloide, l’andamento della sutura palatina è rettilineo, il palato è meso stafilino (i. 84.28).
In norma anteriore i rilievi sopracciliari sono reniformi, la forma delle ossa nasali è del tipo 3 di Hovorka, la forma dell’apertura piriforme è del tipo 3 di Strouhal e Jungwirth ed il bordo inferiore della stessa è del tipo 3 di Hovorka, l’andamento del margine inframalare è del tipo B di Hauser e De Stefano, il valore dell’indice frontale- tasverso indica fronte mediamente divergente (i. 85.16). La faccia è mediamente alta nella parte superiore (mm 68.5) e alta, al limite col medio, nella sua lunghezza totale (i. 114.5), è stretta (mm 114), con valori degli indici facciali di leptenia (i. 60.08) e di leptoprosopia ( i. 100.43), le orbite sono alte (mm 36.5 d, mm 35 s) e stette (mm 33 d, mm 33.5 s), con indice di leptorrinia (i. 45.36). L’indice giugo-mandibolare evidenzia una mandibola mediamente grande rispetto alla larghezza della faccia (i. 75).
Le ossa del postcraniale sono ben conservate e non presentano segni evidenti di osteoporosi.
Le scapole hanno il profilo della cavità glenoidea piriforme (Olivier, 1960) la forma dell’incisura coracoidea è del tipo 2 (Olivier, 1960). Gli omeri sono rettilinei, robusti (i. 20.22 d, 20 s), euribrachici (i. 85.71 a destra e a sinistra), la doccia bicipitale è lieve, la tuberosità deltoidea è leggermente rugosa in entrambi i lati. L’ulna destra ha una robustezza media (i. 14.74) mentre la sinistra è leggermente al disotto della media (i. 13.95), la sinistra è platolenica (i. 77.5) (la destra non può essere misurata per il permanere dei tessuti organici). Il valore dell’indice di robustezza dei radii è inferiore alla media (i. 16.33 d, 17.08 s). I femori non possono essere misurati perché conservano ancora muscoli e legamenti e le teste sono ancora tenute ferme negli acetaboli dai tessuti organici.
Le tibie hanno un indice di robustezza leggermente al disotto della media (19.93 d, 19.14 s) e sono mesocnemiche (i. 66.66 d, 68.51 s); presentano l’impronta muscolare del popliteo molto rilevata, irregolare per la presenza di crestoline ossee (grado 3). Il popliteo flette la gamba sulla coscia.
E’ stata infine calcolata la statura nel vivente (Trotter e Gleser), risultata pari a m 1,51.

Studio paleopatologico
A livello del mascellare, si osservano gli esiti di un grave processo infiammatorio che riguarda l’alveolo del terzo molare destro e la caduta ante mortem di 10 denti. A livello della mandibola si osserva al caduta ante mortem di 7 denti mandibolari con totale chiusura degli alveoli e conseguente assottigliamento del corpo della mandibola, il primo premolare sinistro è rappresentato solo dalla radice, molto probabilmente per una carie destruente. I quattro denti ancora presenti negli alveoli (due mascellari e due mandibolari) hanno un grado di paradontosi molto avanzato, che scopre ¾ delle radici.
Si osserva una leggera artrosi mandibolare con appiattimento del condilo sinistro, di grado 1 (30%). Sono state esaminate le vertebre scheletrizzate: le cervicali e le tre prime toraciche.
L’epistrofeo presenta il bordo superiore del dente con una leggera osteofitosi e la faccetta articolare inferiore sinistra completamente eburneizzata e con una perforazione e un leggero slabbramento dei bordi. A livello della quarta cervicale si osserva schiacciamento anteriore del corpo,   deformazione del bordo superiore e inferiore, quest’ultimo anche con una leggera osteofitosi e la faccetta articolare superiore sinistra deformata e eburneizzata; la quinta vertebra cervicale presenta lo schiacciamento anteriore del corpo con notevole slabbramento e osteofitosi dei bordi; sulla sesta cervicale si osserva uno schiacciamento anteriore del corpo, con slabbramento dei bordi, più accentuato  superiormente; sul bordo superiore a destra e sinistra della settima cervicale sono presenti due becchi osteofitici; le faccette costali della prima toracica sono eburneizzate; la seconda toracica ha il bordo inferiore del corpo leggermente osteofitico.

Studio radiologico
Per eseguire le radiografie è stato utilizzato un apparecchio radiologico standard in dotazione alla Casa di Cura S. Zita. Sono state effettuate 18 radiografie di cui: 13 in antero-posteriore e 5 in latero-laterale.
Il cranio si presenta simmetrico con  normale irrorazione meningea,   seni frontali piccoli e  sella turcica ampia.
Dal punto di vista patologico si segnala un lieve quadro di iperostosi porotica frontale interna ed in particolare  una marcata malattia parodonatale  con caduta intra vitam di quasi tutti  gli elementi dentari ad eccezione  di un premolare e di un primo molare  a destra e di un primo molare a sinistra.
A carico del molare ancora in situ si rileva uno slargamento  del processo del relativo alveolo laterale  con sclerosi ossea delle parete alveolari per  radicolite ancora in atto.
La mandibola presenta la perdita intra vitam dei denti della dentatura posteriore, mentre le sedi  degli incisivi mostrano  i segni di una caduta post mortem. I primi premolari presentano gravi carie a carico del colletto; il II premolare destro  mostra distruzione della corona, si nota inoltre una marcata malattia parodontale.
La colonna cervicale  non presenta alterazioni di rilievo.
La colonna vertebrale toracica alta presenta una curva scoliotica ad ampio raggio e, in proiezione latero-laterale, si nota la riduzione degli spazi intervertebrali da evidenti discopatie ed una spondilo-artrosi osteofitica anteriore con formazione di piccoli becchi.
La colonna vertebrale toracica bassa e  lombo-sacrale  presentano un quadro di spondilo-artrosi marginale con slabbramento e formazione di qualche becco osteofitico in corrispondenza  di T11, T12, ed L1, che presentano anche spazi intervertebrali ridotti  per evidente discopatia.
Il bacino è tipicamente  femminile con un ampio arco sottopubico; la sinfisi pubica presenta  un’articolazione  completamente  appiattita  in armonia con l’età del soggetto.
In buone condizioni si presentano le articolazioni coxo-femorali con modesto quadro artrosico. Le articolazioni sacro-iliache  mostrano fusioni bilaterali.
Gli omeri non hanno alterazioni importanti, se non  un  discreto quadro di riassorbimento dell’osso spugnoso in sede metafisaria prossimale sinistra  ed un discreto assottigliamento della corticale.
L’articolazione tibio-astragalica  e le ossa dei piedi  appaiono normali.

Studio istologico
Sono stati prelevati alcuni campioni di tessuto cutaneo, muscolare e adiposo; sono inoltre stati fatti prelievi in corrispondenza dei vasi del collo, dell’esofago, della pleura, dell’intestino.
I campioni di tessuto prelevati sono stati sottoposti ad un trattamento di reidratazione, poiché i tessuti mummificati sono secchi, bruni e ridotti di circa il 10% del loro volume iniziale. E’ quindi necessario reidratarli affinché riacquistino il volume e la consistenza adatte a sostenere un allestimento istologico.
Per la reidratazione è stata utilizzata la soluzione di Sandison (reidratante e fissante) specifica per i tessuti mummificati. Essa è composta da: 30 cm3 di alcool etilico al 95%, 50 cm3 di formalina acquosa all’1 %, 20 cm3 di Carbonato di sodio al 5% in soluzione acquosa.
E’ stato adoperato un rapporto volume della lesione/volume di soluzione reidratante di 1/10, per un tempo di immersione di 7 giorni. Avvenuta la reidratazione, il tessuto è stato immerso in successive vaschette contenenti alcool etilico in concentrazioni scalari crescenti al fine di scambiare la quantità di acqua presente nel tessuto con l’alcool. Questo procedimento è indispensabile per preparare il tessuto alla impregnazione in paraffina (sostanza idrorepellente) che costituisce il fondamentale supporto per il taglio dello stesso al microtomo. Completato lo scambio acqua/alcool il preparato viene immerso in xilolo, che si sostituisce all’alcool e penetra nella matrice cellulare. A questo punto sono state effettuate due immersioni in paraffina fluida (a 46° C) e il preparato è stato messo a raffreddare in apposite vaschette. La paraffina una volta solidificata dà origine ad un blocchetto cubico contenente il tessuto pronto per essere tagliato al microtomo.
Sono state effettuate sezioni di tessuto spesse 5 micron e poste su di un vetrino. Le sezioni sono state colorate con la colorazione standard per i preparati istologici moderni, cioè la colorazione con ematossilina-eosina.
L’ematossilina colora i nuclei cellulari  in blu, mentre l’eosina colora il citoplasma in rosa.
I preparati istologici sono stati osservati al microscopio ottico.

Il tessuto cutaneo presenta una completa dissociazione dell’epidermide, mentre appaiono ben conservati il tessuto adiposo sottocutaneo ed alcuni fasci fibrosi; sono inoltre presenti un gran numero di ectoparassiti e di spore.
Il tessuto muscolare appare mal conservato, sono riconoscibili solo alcuni tralci di fibre muscolari striate, mentre è in buone condizioni di conservazione il tessuto adiposo limitrofo.
I prelievi di tessuto effettuati in corrispondenza dei vasi del collo hanno permesso di osservare la parete di una struttura cava circondata da tessuto adiposo, probabilmente un grosso vaso del collo.
Ottima, invece la conservazione dell’esofago; infatti è possibile riconoscere una struttura cava di forma probabilmente circolare costituita all’esterno da una serie di fasci muscolari e rivestita all’interno da uno strato di tessuto disgregato.
I fasci muscolari esterni probabilmente erano le tonache muscolari dell’esofago, mentre il tessuto disgregato del rivestimento interno verosimilmente era la mucosa esofagea.
Anche in queste sezioni è possibile rilevare la presenza di numerosi ectoparassiti e di spore.La parete intestinale presenta un buono stato di conservazione, infatti è possibile osservare uno strato esterno costituito da tessuto adiposo, uno strato intermedio costituito da tessuto fibroso, e uno strato interno di tessuto disgregato.
Questi tre strati di tessuto rappresentano rispettivamente: il tessuto adiposo periviscerale, le tonache muscolari intestinali e la mucosa intestinale.
E’ stato anche asportato il tampone rettale e sottoposto alle stesse procedure di laboratorio dei campioni di tessuto.
L’osservazione al microscopio ottico ha dimostrato che si tratta di un tampone di fibre vegetali(probabilmente cotone) impregnato di materiale amorfo (probabilmente feci).


Studio chimico-fisico
Durante la ricognizione è stata prelevata una compressa medicinale per identificazione del principio attivo.
Essa era conservata in un contenitore di vetro posto all’interno di una scatola di latta, che conteneva alcuni effetti personali della Beata Elena Guerra.
La compressa, consegnata al Prof. Giusiani, (Professore Associato di Tossicologia del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Pisa), è stata estratta con  alcool metilico a caldo.
L’estratto, filtrato e seccato su sodio  solfato anidro, è stato diviso in due parti.
La prima parte è stata addizionata di tampone fosfato ed esaminata  mediante tecnica immuno-chimica  FPIA con strumento AD della Abbott.
L’esame è stato effettuato per i seguenti metaboliti:
·        barbiturici
·        benzodiazepine
·        triciclici
·        anfetaminici
·        cocaina
·        oppiacei.
Il risultato è stato negativo.
La seconda parte di estratto, portato a secco e  ripreso con 100 μl di metanolo, è stata esaminata mediante  GASS- MASSA  con apparecchiatura a trappola  ionica
Polaris-Q della Termofinnigam.
Tutti i picchi sono stati esaminati mediante confronto con Libreria NIST  contenente 109.000 spettri con risultato negativo.
Molto probabilmente il tempo e le non ottimali condizioni di conservazione della compressa medicinale hanno fatto sì che il principio attivo si deteriorasse, rendendone quindi impossibile l’identificazione.

Sintesi antropologica e paleopatologica

La dolicocrania, la faccia alta e stretta, le orbite grandi, il naso stretto evidenziano un’armonia cranio-facciale. La Beata sembra avere le caratteristiche craniche del tipo apuano, di cui la popolazione garfagnina e lucchese rappresenta una variante, caratterizzata appunto da dolicocrania, da leptoprosopia e da leptorinnia. La statura di cm 151, invece, è inferiore a quella che ci si potrebbe attendere da una tipologia apuana, che è caratterizzata da stature più alte.
L’individuazione degli esiti di una grave infiammazione a livello del mascellare trova un preciso riscontro nella testimonianza scritta dalla stessa Beata che, nel suo diario, parlando di un terribile mal di denti che le impedisce di uscire e di dormire la notte, scrive: “ la mia flussione è proprio ostinata e continua a darmi fastidio assai….per farmi passare questa flussione m’è stato messo un vescicante sul collo.” Il rachide cervicale e le prime due toraciche presentano i segni di un’artrosi evidente, ma non particolarmente grave, soprattutto tenendo presente che si tratta del rachide di una donna di età piuttosto avanzata.