Ma non è l’unica testata ad occuparsi del progetto. Ecco la rassegna stampa.

Il segreto dell’evoluzione del batterio del colera è sepolto in Italia, nell’antico cimitero dell’abbazia abbandonata di Badia Pozzeveri, vicino a Lucca. Lo sta riportando alla luce una ricerca condotta dall’Università di Pisa in collaborazione con gli esperti dell’università dell’Ohio. Gli scavi sono una finestra su oltre mille anni di storia, e per la loro importanza hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo, finendo persino sulla copertina della rivista Science.


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La vita in Toscana ai tempi del colera

Ritrovate vicino a Lucca antiche ossa sepolte, che raccontano la storia delle epidemie più importanti dei secoli scorsi.

Nonostante la fama di cui gode oggi, per molti anni la Toscana è stata un luogo piuttosto difficile in cui vivere. Al cimitero di Badia Pozzeveri, vicino a Lucca, gli archeologi hanno infatti scoperto scheletri che hanno attraversato mille anni di malattie e tragedie; alcuni di questi resti contengono indizi sulla diffusione dell’epidemia di colera che uccise migliaia di toscani nel 1850.

L’esame degli scheletri rivela un millennio di disagi: infezioni alle ossa, carie, diete povere a base di carboidrati. Una delle più antiche sezioni del sito contiene le vittime della peste nera del Trecento, mentre le sepolture più recenti sono vittime della terza pandemia di colera, che nel 1855 causò la morte di più di 27.000 persone nella regione. “Per quanto ne sappiamo, questi sono i resti meglio conservati di vittime del colera del XIX secolo mai trovati”, ha detto l’archeologo Clark Spencer Larsen della Ohio State University, co-leader dello studio, a una conferenza di San Jose, in California. 

Picture of skeletons at the Badia Pozzeveri church cemetery near Luccia, archaeologists have uncovered


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